Siete pronti a vedere uno dei fold più belli mai visti? Jason Koon contro Benjamin Pollak nell’Heads-Up finale dell’US Open High Roller del 2018, dal buy-in di $25.000.
Koon, per chi non lo sapesse, è un grandissimo campione di poker, capace di accumulare secondo Hendon mob oltre 31 milioni di dollari in vincite lorde, e già in altre occasioni è stato capace di presentare al mondo un altro livello del gioco, trovando fold o call dove nessun altro avrebbe potuto trovarli.
Andiamo quest’oggi a prendere in esame una delle mani più incredibili di questa categoria. Cosa la rende così incredibile? Che con un tris in Heads-Up quasi chiunque si sentirebbe nuts o poco via. E in caso di fold si rimarrebbe a 20bb contro 100…
Senza ulteriori indugi, andiamo subito a vedere la mano:
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La mano
Situazione: Heads-Up finale dell’US Open High Roller $25.000. Al primo classificato $416,500, al secondo $269,500. Blinds 25.000/50.000 BB ante 50.000, Koon ha 1.800.000 e Pollak 4.400.000.
Preflop: Apre Benjamin Pollak con Q♠Q♥ con un mini-raise a 100.000, flatta Koon con A♣2♥ dal BB.
Flop: 6♠9♥A♠ – Checka Koon, continuation bet di Pollak a 115.000 e Koon chiama con Top Pair bottom kicker.
Turn: A♥ – Ancora check, questa volta Benjamin checka dietro.
River: Q♣ – Koon prende l’iniziativa con una bet 500.000, Pollak prende il suo tempo e va all in. Koon da subito non è convinto di essere buono, e avendo tempo limitato a disposizione riesce a trovare un fold tanto veloce quanto eccezionale.
Qui sotto il video della mano:
L’analisi
Preflop il colpo è abbastanza standard: QQ è una delle migliori mani in assoluto, e in Heads-Up assume ancora più valore. In HU difendere A2o è assolutamente corretto, molto spesso saremo in vantaggio e anche se giocheremo fuori posizione non possiamo avere leak nella difesa del nostro BB. A2 rientra senza dubbio nel range di difesa.
Anche il flop è molto standard: per Koon non avrebbe molto senso inventarsi strani leading o check-raise. Il check-call è la pratica migliore per mantenere dentro il range di bluff più ampio possibile. Pollak difficilmente in un Heads-Up non andrà in continuation bet sui board con un asso, e sapendo che Koon chiamerà comunque con gran parte del range effettua una c-bet per valore.
Al turn vale lo stesso discorso per Koon che non racconterebbe molte storie sensate prendendo l’iniziativa dopo che si accoppia l’asso. Pollak questa volta checka dietro per pot controllare e anche perché può indurre al bluff alcune mani al river, come missed draw.
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Il river è la street più complessa e interessante, e che onestamente chi scrive non può sentirsi davvero all’altezza di giudicare. Probabilmente la puntata al river di Koon deriva direttamente dal check al turn di Pollak che rappresenta debolezza, ma lascia spazio a possibili hero call più profttevoli (per Koon) di checkare con il rischio di un check-behind.
Non c’è necessità di spiegare perché l’all in di Pollak sia l’unica move corretta, ma è il fold di Koon che è impressionante. A giudicare dalla reazione sembra che il campione avesse già l’idea di foldare nello stesso momento in cui è stato annunciato l’all in.
Probabilmente Koon non si aspetta grandi bluff da parte dell’avversario in questo spot, essendo tutti consapevoli che lo Stack to Pot Ratio di Koon ormai è ai minimi storici. Allo stesso modo per Pollak potrebbe avere poco senso perdere un milione aggiuntivo senza -presunta- fold equity con un 9X, una QX, KK, o qualunque mano di valore inferiore ad A2.
Di conseguenza l’unica spiegazione plausibile è che Pollak non avrebbe mai rilanciato all in al river senza una mano migliore di A2, rendendo il fold di Koon l’unica cosa corretta da fare.
Ma in game è tutta un’altra storia.