La 3-bet nel poker è una delle mosse più forti a disposizione di un giocatore, per motivi che ormai dovreste ben conoscere, e affrontarla è uno degli aspetti più sottili del gioco.
Dovrei 4-bettare? Chiamare? Foldare? La risposta a questa domanda è influenzata da un grande insieme di fattori, che in questo articolo cercheremo di riassumere.
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I dettagli da considerare
Prima di tutto lo stile di gioco del nostro avversario avrà una grande rilevanza nella distribuzione del nostro range di risposta: più è tight più dovremo foldare, più sarà loose aggressive più dovremo difendere e 4-bettare.
Dopodiché per un mero motivo di pot odds, avrà importanza anche la size usata. Come è intuibile, più la size avversaria si farà pesante, meno potremo difendere e viceversa.
Un ruolo importante lo ricopre anche l’SPR che si formerà successivamente. In fondo una 3-bet da 9bb con stack di partenza 300x, non ha molto di differente rispetto a un raise 3bb 100x.
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Stilate le pot odds e trovata l’equity necessaria per proseguire nella mano, non dimentichiamo di prendere in considerazione l’Equity Realization, vero punto cardine per scegliere le mani con cui continuare nel colpo.
Ora bisogna suddividere gli scenari in posizione e fuori posizione, perché il nostro plan cambierà drasticamente: per riassumerlo in poche parole:
- in posizione potremo flattare con più suited connector, gapper e broadway, perché avranno una realizzazione dell’equity maggiore
- fuori posizione potremo depolarizzare il range di 4bet, pur mantenendo un po’ di bluff
- fuori posizione potremo rilanciare con un range un po’ più ampio per compensare lo svantaggio posizionale
Per scegliere i bluff non dimenticate i punti cardine: blocker, equity contro il calling range, alta giocabilità.
Per lasciare un esempio visivo di come cambia un range tra IP e OOP, ecco un possibile scenario per un range da MP: a sinistra in posizione, a destra fuori posizione.