Il board coverage è un importante concetto nella teoria del poker moderno: essenzialmente, prevede di avere sempre a disposizione nel range alcune mani meno forti in senso assoluto, ma che possono migliorare la forza del nostro range in generale su determinati board.
Per spiegarci meglio, ci si riferisce a board bassi, come un 6-5-3, che non hittano la parte forte del nostro range. Avere anche delle mani come 5-5, 4-2, ma anche 8-7, ci permettono di spremere più EV contro gli avversari.
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Il motivo è che possiamo intrappolare i giocatori che non credono possiamo avere questo genere di mani, e aumentare la fold equity delle nostre altre mani contro chi invece ci crede.
Eppure tutto questo nasconde un po’ di tranelli a cui bisogna prestare molta attenzione. Non è saggio seguire ciecamente una tabella preflop che preveda di rilanciare bassi suited connector e coppiette a bassa frequenza, se non teniamo in considerazione alcuni fattori.
Prima di tutto, importantissimo, è che i solver ci consigliano di giocare queste mani perché hanno risolto tutte le situazioni possibili successive. Sono perfettamente preparati a giocare in maniera ottimale un 5-5 su board 4-5-6, su board 5-9-Q, su board A-K-10 eccetera. Noi possiamo dire la stessa cosa?
Possiamo giocare questo genere di mani principalmente nel caso in cui ci sentiamo di avere un vantaggio postflop contro i nostri avversari, altrimenti indebolire i nostri range su altri spot può rivelarsi costoso.
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Un altro punto interessante lo propone il canale YouTube Poker Giraffe. Viene proposto un pensiero di tipo exploitativo: rilanciare queste mani si rivela un beneficio solo nel caso in cui l’avversario effettivamente pensa che possiamo giocare queste mani.
L’esempio è “Se abbiamo A-A o K-K su un board basso, possiamo valuebettare con meno timori sapendo che ci sono set, scale e two pair a proteggere il nostro range” perché gli avversari potrebbero diventare più aggressivi su board che pensano noi abbiamo missato.
Allora la differenza in EV di A-A e K-K dipende puramente dal pensiero di oppo riguardo ai nostri range, non dai nostri range effettivi.
Conseguentemente, il nostro pensiero dovrebbe riguardare il puro EV di mani come 6-5s, visto che la sua presenza o assenza non impatta nelle scelte dell’avversario nei confronti del resto del nostro range.
Se i nostri avversari tendono ad aggredire negli spot dove percepiscono il nostro range come capped, allora l’EV delle mani da board coverage si alzerà , e quindi avrà senso rilanciarle non a bassa frequenza, ma anche il 100% delle volte!Â
Invece contro chi non sa attaccare questi spot, possiamo foldare queste mani il 100% delle volte.
Lo stesso discorso si può applicare nel postflop, per esempio quando checkiamo alcuni flush draw per proteggere il nostro range di check. Anche qui possiamo pensare a come exploitare le tendenze avversarie: si comporta in modo più aggressivo di quanto detto dalla GTO, dopo i nostri check, su turn che completano il flush draw? Allora checkeremo i progetti! Si comporta in modo meno aggressivo della GTO? Guadagneremo di più a puntare.
La buona lezione trasmessa da questo video è che i solver vanno usati in questa maniera: si trova una strategia bilanciata e ottimale, per permetterci di individuare i migliori exploit nel mondo reale. Seguire le risposte alla cieca è difficile e non sempre profittevole.