Il giocatore di poker è un lavoro che necessita di cura sotto tantissimi aspetti, a partire dalla tecnica, fino alla propria capacità mentale di metterla in pratica quando serve.
Coltivare il mindset è indispensabile per ottimizzare le proprie vincite, e quale modo migliore se non imparare dai migliori? In questa intervista di Poker.org, Brian Rast spiega come affronta la questione.
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Prima di tutto vorremmo esortare i lettori a non prendere sotto gamba queste indicazioni. Troppo spesso si compie l’errore di pensare che siano cavolate, o peggio crederci ma trascurarle perché non prioritarie.
Speriamo che Brian Rast vi faccia cambiare idea!
Se mi prendo cura di me, gioco meglio
“Hai una routine pre-partita? Sono curioso, magari una passeggiata focalizzante, meditazione…”Â
Non proprio. Ho più o meno delle routine mattutine, spesso mi alzo, faccio il caffè, cerco di fare allenamento regolarmente, cose simili. Ma non ho qualcosa di specifico prima di giocare.
Ho imparato a prendermi cura di me stesso, provo ad avere uno stile di vita salutare. L’esercizio fisico è davvero importante, specialmente durante le serie di tornei provo a infilarlo in mezzo.
Un buon sonno! Il sonno è super importante per le funzioni mentali, quindi cerco sempre di prendermi cura di me. Devo essere ben riposato, mangiare il giusto – né troppo né troppo poco, buona nutrizione, prendermi cura del mio corpo.
È come un evento atletico, ma sei seduto per molte, molte ore, devi stare all’erta, concentrato. Non dico di essere sportivo, ma mi sono accorto che quando faccio allenamento e mi prendo cura di me, gioco meglio! Quando sono più grasso, non mi alleno, sono letargico, mi sento di giocare un po’ peggio.
Nel corso degli anni quindi ho capito che avere cura di me sembra avere un impatto positivo sulle mie performance al tavolo.
In aggiunta a essere buono per me, per la mia salute, per la mia vita, è buono anche per il mio lavoro. Quindi provo a essere costante.
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Conserva le energie
“C’è qualcosa che fai per ritornare a essere presente quando ti accorgi di essere distratto al tavolo?”
Non direi ce n’è una. Di solito mi assicuro di girare il telefono a faccia in giù o metterlo via, e spesso metto certe playlist di musica elettronica-chill, senza percussioni.
Ma la verità è che penso di essere arrivato a un punto dove se arrivo a un Day 2 sono spesso in grado di essere naturalmente sul pezzo. Il Day 1 può essere un po’ e un po’, che in parte è intenzionale. Se sto giocando 40-50 giorni il Day 1 è spesso quello meno importante, a meno che non sia un torneo davvero grande.
Di solito entro in max late registration, quindi appaio e gioco le ultime tre-quattro orette. Cerco di stare sotto le cinque, perché ho notato che se gioco otto ore al Day 1, a fine giornata sono meno concentrato, parlo con le persone, e non tengo più A-Game.
Preferisco – anche nel 10k – giocare poche ore, prenderla seriamente, anche se gioco B-Game va bene, e poi al Day 2 essere sul pezzo: focalizzato, musica chill, non parlo, guardo tutte le mani.