C’è sempre stato un dibattito sull‘impatto di skill e fortuna nel poker Texas Hold’Em (e non solo), a partire dalla celebre frase di Phil Hellmuth “Il poker è 50% fortuna, 100% abilità”.
Tra i poker player ormai è abbastanza conclamato che l’impatto della fortuna sia alto nella singola mano, molto ridotto nel lungo termine. Ma di numeri sappiamo qualcosa?
Sì! È da poco uscita la tesi di Mingzhe Xu della University Of California Los Angeles intitolata “Quantification of Luck and Skill in Poker Via Simulations and Expected Value Computation”.
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Premesse
Partiamo con qualche premessa:
- Come ricorda il testo, esistono altri studi scientifici che certificano che il poker sia un gioco d’abilità, ma senza quantificarne l’impatto
- La fortuna viene definita come “Il cambiamento del profitto atteso di un giocatore dovuto alle carte distribuite”
- L’abilità viene definita come “Il cambiamento del profitto atteso dovuto alle decisioni di un giocatore”
- Sono state raccolte oltre 26 milioni di mani su tre stakes diversi giocate tra il 2008 e il 2009
- Per la difficoltà di organizzazione e analisi, solo 227 mani sono state utilizzate per lo studio
- I criteri di selezione di queste 227 mani prevedono 4 round di puntate, fino allo showdown, con due giocatori rimasti, devono essere conosciute le carte di entrambi
Non approfondiremo le metodologie di calcolo perché… troppo scientifiche sia per chi scrive che probabilmente per la maggior parte di chi legge. Ma se vuoi approfondire, ecco il link.
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Risultati dello studio
Andiamo direttamente ai risultati, partendo dal preflop. In questa fase di gioco lo studio riporta che l’expected profit assoluto totale si divide 80% in skill e 20% in luck, con una media per mano di 4,76 dollari causa fortuna e 18,98 dollari causa abilità.
Questo sottolinea quanto sia importante conoscere e perfezionare il gioco preflop, poiché è la street che più di tutte è influenzata dalle proprie abilità.
Al flop, con le prime common cards che donano più informazioni, lo spread si riduce: 42,4% di fortuna e 57,6% di abilità, per un profitto atteso assoluto medio per mano di $20,32 luck e $27,61 skill.
Passando al turn ci si avvicina al pareggio, con un 46,5% di alea e 53,5% di skill, per una media a mano rispettivamente di 31,11 dollari e 35,85 dollari. Ma è al river che le cose cambiano…
La quinta street vede la fortuna passare in vantaggio con il 53,7% contro il 46,3% dell’abilità, con una media di $60,36 dovuti alla fortuna e $52,12 alle skill. Ora sì che possiamo dire che se non ci fosse il river vinceremmo tutti i piatti che giochiamo…
Tirando le somme, lo studio propone come conclusione che il poker sia 43,8% fortuna e 56,2% abilità. Ma bisogna tenere in considerazione alcuni fattori molto importanti.
Considerazioni finali
Primo tra tutti, le mani risalgono a 16 anni fa dove la skill media dei giocatori era estremamente limitata. Saremmo molto curiosi di vedere le differenze con il gioco preflop molto più standardizzato di oggi.
Non secondario che il campione di mani è molto limitato e quindi lascia margine di imprecisione, e soprattutto non sono stati calcolati scenari come le mani che si concludono al preflop, flop o al turn o anche al river senza showdown, che sono una grandissima porzione del gioco.
Insomma, numeri da prendere assolutamente con le pinze, ma che possono essere un punto di partenza, o uno spunto di riflessione per tutti i grinder.
Ringraziamo il canale YouTube Poker Bounty dove abbiamo scoperto questo studio.