Non si placa la ridda di polemiche sollevate dalla presenza del computer manovrato da Dominik Nitsche nel rail di Jonathan Tamayo durante il testa a testa del Main Event WSOP da cui è uscito vincitore.
A parlare ieri è stato lo stesso Tamayo, che in una intervista a poker.org ha chiarito il suo punto di vista sulla vicenda.
La preparazione al tavolo finale
Per iniziare, Tamayo ha parlato della sua amicizia con il vincitore del Main Event WSOP 2015 Joe McKeehen e delle differenze nella preparazione dei due tavoli finali.
Al tempo della vittoria dell’amico c’erano ancora i November Nine, quindi l’arco temporale era notevolmente dilatato rispetto a oggi.
Quello di Joe è stato molto più semplice del mio. So che fece qualcosa con Calvin Anderson. Arrivai una settimana prima quando il grosso della preparazione era già stato fatto. Oggi invece c’è un solo giorno per prepararsi. Ti devi connettere con i leak più grandi e non preoccuparti di quelli piccoli. Succederà quel che deve succedere. Non puoi sistemare tutto in un giorno.
L’approccio dell’amico Joe al torneo non era però dei più positivi:
Joe mi ha sempre detto che il Main Event è un torneo impossibile da vincere. Non ti puoi aspettare di vincere il Main. A me è successo accidentalmente di vincerlo. Joe è fatto come me, siamo tipi da processo”.
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Il fold con coppia di donne in bolla final table
Nella intervista Tamayo ha anche parlato del suo clamoroso fold con coppia di donne col torneo a 10 left. Il campione riconosce di aver sbagliato.
Ho sovrastimato il risk premium. Ho pensato che il range corretto fosse KK+. È stato un errore di valutazione della situazione. Non è stato bello ma ormai è andato. Mi sono detto ‘questo spot è dai re in su”. Ho guardato le carte, mi sono fatto una risata dentro la mia testa e poi ho pensato ‘Ok, bye bye'”.
La presa di coscienza della polemica
Tamayo ha poi detto di essere rimasto diverse ore all’oscuro delle polemiche sul testa a testa che stavano montando sul web:
Non sapevo che tutti ne stessero parlando finché non sono andato a cena e ho guardato Twitter. “Cosa?” ho pensato. Okay, sia quel che sia, ho vinto il torneo, sai, possono dire quello che vogliono. Ho pensato che non mi importasse, sai, eravamo a cena e avevo vinto da poco. È quel tipo di cosa che ti porta a chiederti ‘cosa posso fare per questo adesso?’. Da tanto tempo ho realizzato che nella vita è impossibile mettere tutti d’accordo. Mi stavo semplicemente divertendo a guardare come la cosa si evolveva su Twitter. Dom si è messo a flammare con tutto il web. Io sono solo stato un testimone perché era una cosa che non ricadeva sotto il mio controllo.
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Sul laptop nel rail e sul ban
Sulla presenza del laptop nel suo rail, Tamayo rigetta ogni responsabilità: l’iniziativa non è stata sua.
Il mio lavoro era giocare. Joe e Dom mi davano consigli. Non ho detto loro di portare nulla. Qualsiasi cosa ci fosse, ormai era lì. Io dovevo solo giocare. Devi avere un focus ristretto quando giochi, tutte le cose dall’esterno sono uno spreco di energie. Dovevo solo mettere in atto la strategia che avevo deciso di elaborare e partire da lì. I laptop sono in circolazione da anni. Adesso è un problema, quindi vedremo.
Sulla possibilità che i laptop vengano bannati dai rail e dalle intere zone di svolgimento dei tornei, Tamayo è fatalista:
Accetterò qualunque cosa decidano. Troppe volte i giocatori dicono agli organizzatori quello che vogliono, loro ascoltano e poi si scatena l’inferno perché non era un’idea ben ponderata. Quindi starò zitto. Non ho pensato a cosa deve succedere. Le persone che organizzano tornei sanno molto di più su quello che sta succedendo. Lascerò che siano gli organizzatori a decidere.”