Phil Galfond è uno dei regular high stakes nonché coach di poker più preparati del panorama mondiale.
Sui suoi profili social lo statunitense dispensa spesso pillole di saggezza pokeristica che possono dare un grande impulso ai giocatori alle prime armi con obiettivi seri per il gioco.
I giorni scorsi Galfond ha pubblicato un interessante post che dispensava quattro lezioni che tutti i pokeristi vincenti devono ricordare.
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Non andare in pilota automatico
Il vincitore di tre bracciali WSOP esordisce dicendo che non bisogna giocare con l’autopilot acceso, ma ragionare per bene ogni mano.
E’ davvero difficile giocare per sei ore senza pause, restare attenti e continuare a decifrare le mani. I nostri cervelli non sono costruiti per sostenere lo stesso livello di energia e concentrazione senza scadere. E quando perdiamo il focus entriamo in modalità autopilot.
Ti potresti trovare in dei river in cui dici “bene, ho il blocker di picche su un board con tre picche quindi si suppone che dovrei chiamare”, e quindi chiami. La maggior parte dei soldi, a poker, non si fa così.
Avere un singolo blocker al river spesso muove l’ago delle percentuali di uno o due punti, quando anche i più forti pokeristi possono benissimo non avere il 15% delle loro frequenze.
Entrare in modalità autopilot e decidere la giocata del river in base a un ipotetico edge del 1%-2% è solo pigrizia.
Porta pazienza, alcuni pot non sono tuoi!
Galfond sottolinea poi l’importanza di non voler vincere tutti i piatti. Il pensiero deve focalizzarsi piuttosto sull’importanza di vincere il più possibile.
Quando avverti debolezza nell’avversario c’è la tentazione di attaccare, e in effetti dovresti attaccare spesso. Ma se non usi alcun tipo di moderazioni, sarai tu quello a essere exploitato.
Non solo ci sono situazioni di gioco in cui gli avversari overcallano e stai semplicemente bruciando soldi coi tuoi tentativi di bluff. Ma se cerchi di bluffare quasi ogni volta che non puoi vincere a showdown, finirai con l’avere dei range che sono fuori dal colpo, rendendo gli overcall avversari profittevoli.
Non pensare sempre a come puoi vincere questa mano: focalizzati su come fare più soldi possibile. A volte questo significa lasciare il pot agli avversari.
Fa’ le cose semplici
Il player originario di North Potomac in Maryland sottolinea l’importanza di non complicarsi troppo la vita.
Riconoscere degli schemi è molto utile a poker, ma il tuo barometro in game può funzionare male.
Per esempio diciamo che sei in una sessione con il plan di overcallare i river con i tuoi bluff-catchers quando la maggior parte dei draw non si chiude, perché sai che il tuo avversario tende a overbluffare.
Poi, sorprendendoti, lo vedi checkare con una mano con cui ti saresti aspettato un suo bluff. Quindi devi iniziare a chiederti se il plan iniziale è ancora buono, o se lui ha notato qualcosa di quello che stai facendo e ha iniziato a contro-adjustarsi.
Il problema è che queste ‘reads’ che si formano in game sono spesso dettate dalla paura: “Sta prendendo dei vantaggi su di me in uno spot in cui non sono abbastanza preparato!”
Ci possono essere molte spiegazioni quando vedi giocate insolite su un campione ridotto di mani. L’importante è non reagire in modo smisurato, specialmente quando sei coinvolto emotivamente nel calore della battaglia.
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Non dare troppo valore alle bet for protection
Oltre a valore e fold equity, a poker la protezione è uno dei motivi per puntare. Per Galfond però è importante non sovrastimare il valore delle bet for protection. A volte c’è poco da proteggere.
Puntare per protezione è parte del gioco, ma questa è solo una piccola parte delle ragioni per cui bettare flop e turn – ma tanti giocatori tendono a dargli più valore di quanto dovrebbero.
Tanti anni fa stavo facendo review con un amico, a un certo punto vidi una mano che avevo giocato a un heads-up PLO $25-$50.
Avevo aperto a 150$ da bottone con Q♣8♦5♦3♣, il mio avversario mi aveva tribettato 450$, io avevo chiamato.
Su flop Q♥7♠3♥ il mio avversario aveva bettato 600$ su pot di 900$, io avevo rilanciato pot a 2.700$ con altri 1.900$ dietro, con l’intenzione di metterle tutte con la mia doppia coppia. L’avversario foldò.
“Bene, sapevo che la mia mano sarebbe stata ok contro il range con cui le avrebbe messe tutte, ma non sarebbe stata a suo agio su una tonnellata di turn e river” dissi all’amico con cui stavo facendo review.
“Se la tua mano non è a suo agio su turn e river, allora non deve essere una mano così forte con cui iniziare – ribatté l’amico – Questa mano non è abbastanza forte da meritare protezione”
“Meritevole di protezione” mi risuonò dentro. Da allora mi ricorda quanto sia facile ritrovarsi in un processo mentale fallace per protection.
In questi giorni sopravvaluto la protezione meno di tutti, ma ho sempre bisogno di questo appunto mentale per ricordarmi di farle il giusto peso.
Una volta apprese queste lezioni è fondamentale tradurle in pratica: a voi la palla, fateci sapere come è andata!