La notizia è freschissima e a renderla nota è il portale Pokerfuse.com attraverso un’intervista esclusiva a Severin Rasset, direttore responsabile dell’area “Poker Innovation & Operation”.
Nei prossimi mesi PokerStars testerà una delle modalità più attese dagli amanti del cash-game, che prevede la possibilità di giocare in completo anonimato nei tavoli dedicati.
Una rivoluzione? Assolutamente no, si tratta di un formato già presente in alcune poker room e, soprattutto, non sarà l’unica modalità disponibile ma si tratterà soltanto di una possibilità in più.
Giocatori mascherati: chi ci guadagna?
Fondamentalmente non cambia nulla a livello di gioco, le regole sono sempre le stesse, i tavoli pure…Perché tutto questo clamore quindi, attorno a una delle tante novità (o forse nemmeno tali) introdotte nel mercato?
Sappiamo bene quanto sia importante per la liquidità del movimento aprirsi il più possibile alle esigenze degli amatori e sotto questo punto di vista Stars è sembrata sempre molto attenta alla questione.
Specialmente nel cash-game online, gli occasionali hanno poche armi a loro disposizione per difendersi dall’assalto dei regular. Vietare gli HUD non è una strada percorribile al momento, soprattutto dalla room più importante al mondo; introdurre una modalità nella quale si parte in incognito invece, permette parzialmente di risolvere il problema.
Contenti gli amatori, che hanno la possibilità di sedersi a un tavolo senza venire etichettati come “fish” ancor prima che vengano distribuite le carte, e contenti i regular che, rinunciando (almeno nelle fasi iniziali) all’indubbio vantaggio dell’HUD, potrebbero trovarsi davanti un field particolarmente morbido.
Questione HUD: sarà possibile utilizzarlo?
La risposta è sì, ma a precise condizioni.
L’HUD funzionerà normalmente anche se, non riconoscendo il giocatore, non potrà fornire dei dati su un campione di mani più ampio di quelle giocate nell’arco della sessione.
Di conseguenza per averne un numero sufficiente a elaborare qualche informazione rilevante, occorrerà giocare parecchie ore con gli stessi giocatori, nella speranza che questi rimangano seduti a loro volta…
A distanza di 24 ore però, il velo di mistero sull’identità del giocatore sparirà magicamente: secondo quanto rivelato da Severin Rasset infatti, PokerStars renderà noto il nickname degli avversari soltanto il giorno seguente.
Insomma, il software di tracking continuerà ad accumulare mani su mani nel suo database e catalogarle come sempre fatto, ma in tempo reale non sarà in grado di distinguere i giocatori e quindi non riuscirà a caricare i dati relativi alle mani giocate in sessioni precedenti.
Agli amatori piace davvero nascondersi?
Il fatto che giocare in incognito rappresenti un vantaggio non è un assioma.
E’ sicuramente più probabile che alcuni giocatori, magari meno avvezzi alla GTO (la Game Theory Optimal, la strategia ottimale per giocare a poker) e più inclini a un gioco straightforward (che non bada troppo a mezze misure), almeno inizialmente abbiano la possibilità di costruirsi un’immagine che potrebbe tornargli utile in circostanze specifiche.
E’ altrettanto vero che, pur avendo tutte le statistiche del mondo davanti, saper fare la scelta corretta non è affatto la cosa più semplice del mondo, specie in un gioco complesso come il Texas Hold’em.
Cosa cambia in termini di gioco?
L’anonimato al tavolo livella, almeno sulla carta, alcune differenze.
Per un regular non sapere chi si ha davanti risulta essere uno svantaggio maggiore rispetto a un player occasionale.
Chi è abituato a prendere delle decisioni basandosi esclusivamente sulle statistiche dell’HUD dovrà cominciare a entrare nel magico mondo del meta-game, sebbene online vi siano decisamente meno elementi a disposizione rispetto al live.
Ogni singolo dettaglio può essere un’informazione, dai timing tell agli stack di partenza, passando per le size utilizzate e via dicendo, che in assenza di dati empirici diventano gli unici elementi extra, oltre alle nostre competenze tecniche, dai quali trarre degli indizi sul valore della mano dei nostri avversari.
Sta poi al giocatore valutare il suo grado di sensibilità in merito ai suddetti aspetti, che non essendo elementi oggettivi come può esserlo una percentuale su un campione di diecimila mani, sono sempre soggetti all’interpretazione personale.
L’offerta di gioco d’altronde è destinata ad evolversi e se introduzioni come la modalità “Stealth” possono aiutare a dare nuova linfa alla liquidità non possiamo che esserne lieti.