Scandalo bot su WPN danni per 10 milioni. Cosa è successo e cosa si può fare?

Gen 8, 2024

bot wpn

WPN, il Network di poker online americano dove gira anche il noto America’s Cardroom, è al centro del tornado botting. Un post sul noto forum di poker twoplustwo ha innescato il tutto.

In questo post, si parla di “botfarm“, ovvero vere e proprie fabbriche di bot. In sostanza, account che vengono creati in maniera automatica da uno script, giocano a poker online e dopo aver vinto prelevano e spariscono dalla circolazione, creando un nuovo account differente che reitera il processo.

Nella discussione, sono uscite anche immagini video piuttosto inquietanti per i player: enormi stanze, con una decina di persone al loro interno, letteralmente circondate da schermi, pc, smartphone eccetera, tutti connessi tra loro. Facile capire che si stessero giocando centinaia di partite in contemporanea, e plausibilmente conoscendo le carte reciproche di ogni bot.

Queste, del tweet che lasciamo qui sotto, non riguardano WPN, ma le alleghiamo per capire la portata del problema.

 

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Tornando ad ACR, va notato che il post originale è corredato di numerose analisi, grafici e teorie che poi si evolvono nel corso della discussione. Moltissime prove, ma non è semplice dire quanto affidabili siano. A nostro avviso, tutto andrebbe preso con le pinze, ma la community sembra concorde sulla realtà del problema.

Questi bot sfrutterebbero tattiche exploitative, e grazie a esse avrebbero vinto oltre 10 milioni di dollari in tornei su WPN Network, dal 2015 ad oggi, di cui solo questo anno $3,7M in tornei e $166k in cash game al netto della rakeback. Ovviamente questi dati si rifanno ai nickname individuati, di cui compare una lista nel thread, che per forza di cose non può essere completa.

Secondo l’autore del post, la Botfarm si evolve ogni 3 mesi circa, aggiornando le “skill”, e possono essere creati più di 100 account al mese, rendendo inefficace una semplice pulizia da parte della poker room, che dovrebbe intervenire a più ondate. Inoltre l’autore sostiene che ci siano problemi anche su Ignition e GGPoker.

 

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A seguito di queste accuse e dei mormorii della community che ne sono conseguiti, ACR se ne è uscita con la – pessima – idea di invitare chiunque a creare bot per la poker room, ricompensando il primo che ci sarebbe riuscito con $100.000 e un contratto di lavoro. Questo per provare che fossero tutte calunnie e che la room fosse a prova di bot.

Per fortuna ACR si è resa conto che minacciare le finanze personali dei player non è stata una grande trovata, ha riconosciuto l’errore e chiesto scusa. 

Come fa notare Doug Polk nel suo video, ACR ha effettivamente combattuto con successo i bot, problema che esiste da molti anni ormai (una semplice ricerca su Google darà molti risultati) e si impegna con forza per contrastarli, ma quando continuano a nascere nuove questioni simili, evidentemente non è abbastanza.

Il CEO di ACR ha comunicato di aver visto sui social media tutti questi problemi, e in risposta ha contattato il dipartimento di sicurezza. Questi hanno riferito di aver già fatto i controlli su tutti i nick della lista già dal giugno scorso: più di metà sono stati assolti, molti sono stati chiusi già tempo fa e altri sono stati chiusi per inattività, mentre una piccola parte è stata individuata come colpevole e verranno presto emessi i dovuti rimborsi ai player colpiti.

Inoltre i protocolli di sicurezza sarebbero costantemente aggiornati, molti bot sarebbero già stati distrutti, e sono state introdotte funzionalità come il reshuffle e la collaborazione con GTO Wizard per aumentare la sicurezza complessiva.

Cosa si può fare?

Purtroppo non è semplice trovare risposta al problema, almeno senza rischiare di scivolare in un altro (per le poker room).

C’è chi suggerisce di cambiare costantemente software e regole nei tornei per rendere i bot meno efficaci, ma i player difficilmente si troverebbero d’accordo.

Altri ritengono che per giocare a poker online bisognerebbe ricevere un tablet speciale che possa utilizzare solo quell’applicazione, ma questa idea come altre di cui parleremo, ha il problema (1) dei costi e (2) dei giocatori ricreativi, che non vogliono complicazioni per aprire un tavolo di poker ogni tanto.

I recreational sono il problema principale, anche per altre soluzioni possibili contro cheating, botting e RTA, quali le webcam 360° obbligatorie quando si gioca. Molti rec potrebbero rifiutare, e comunque qualche truffatore bravo con la tecnologia forse potrebbe aggirare il problema.

Un’altra idea potrebbe essere il lettore di impronte digitali, almeno per problemi di multiaccount e sharing, ma di nuovo sarebbe costoso e poco pratico. Insomma, l’argomento è ciò che si dice “un ginepraio” e siamo sicuri che le room stiano cercando il modo migliore per risolverlo, ma a ogni soluzione si trova una nuova difficoltà…

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